In un articolo pubblicato su “Nature“un gruppo di ricercatori della Emory University ad Atlanta ha individualto il circuito cerebrale che presiede al legame di coppia. Si chiama “corticostriatale” e collega la corteccia prefrontale, un’area coinvolta nel processo decisionale, con il nucleo accumbens, la centralina cerebrale del sistema della ricompensa, esercitando un’azione di controllo sui ritmi di attivazione neuronale all’interno di quest’ultimo.
Lo studio è stata condotto sulle arvicole della prateria, piccoli roditori monogami che stabiliscono legami permanenti con i partner, una caratteristica che li fa essere ottimo modello dei legami di coppia.
Elizabeth Amadei, coautorice della ricerca ha detto: “Le arvicole della prateria sono state cruciali per le scoperte del nostro gruppo, perché è sempre stato molto difficile studiare da un punto di vista neurobiologico il legame di coppia tra gli esseri umani. In quanto esseri umani, conosciamo i sentimenti che proviamo quando vediamo le immagini dei nostri partner, ma finora non conosciamo a fondo come il cervello ci porta a quei sentimenti e come porta le arvicole al legame di coppia”.

Studi precedenti sulle arvicole delle praterie avevano dimostrato che per stabilire un legame di coppia nel cervello sono rilasciate alcune sostanze, come l’ossitocina e la dopamina, che agiscono all’interno della corteccia prefrontale mediale e del nucleo accumbens, ma non si sapeva con esattezza su quali circuiti agissero e in quale modo.
Gli autori hanno così scoperto che la forza della connessione del circuito corticostriatale – ossia l’intensità delle informazioni che fluiscono lungo di esso – lascia prevedere la rapidità con cui due esemplari iniziano a stabilire un rapporto di coppia, che normalmente si sviluppa dopo un accoppiamento.