Scoperte delle proteine legate intimamente al sistema riproduttivo la cui inibizione aumenta la longevità. Esse sono coinvolte nei meccanismi epigenetici, processi in cui modificazioni chimiche del DNA influiscono sul suo “impacchettamento” e quindi sull’espressione delle proteine codificate dai geni.

Gli studi sono stati fatti su nematodi e topi dai biologi della Stanford University School of Medicine  che hanno identificato un certo numero di geni che quando vengono inibiti determinano un allungamento del 30% della vita dell’animale. Il gene maggiormente implicato è l’Ash-2  che, produce una metiltransferasi, una proteina che partecipa all’aggiunta di gruppi metilici agli istoni, elementi chiave nel meccanismo di attorcigliamento e srotolamento del DNA. L’inibizione dell’attività di Ash-2 riduce il numero di gruppi metile sull’istone e in qualche modo allunga la vita dell’animale.

Inoltre, bloccando l’espressione di Ash-2 solo nella linea germinale, ma non nel resto del corpo, si ottiene comunque un allungamento della durata di vita.

“Non sappiamo esattamente come operi questo meccanismo, ma abbiamo mostrato che la presenza della linea germinale è assolutamente essenziale perché si verifichi l’allungamento della vita”, ha osservato Brunet, che ha concluso: “In qualche modo ha senso che il sistema riproduttivo sia coinvolto nella lunghezza della vita, dato che è di fatto l’unica parte ‘immortale’ di un organismo. In questo contesto, il corpo non è che un involucro mortale”, ha commentato Anne Brunet che ha diretto un gruppo di ricerca il cui studio è stato pubblicato su Nature 466, 383–387 (15 July 2010) con il titolo: Members of the H3K4 trimethylation complex regulate lifespan in a germline-dependent manner in C. Elegans.