Un elevato apporto di latte nella dieta quotidiana può essere associato a un rischio più elevato di mortalità e di frattura ossea nelle donne e rischio di mortalità più elevato negli uomini, secondo alcuni ricercatori svedesi e pubblicati online il 28 ottobre sul BMJ.

Essi hanno anche messo in guardia a determinare eventuali raccomandazioni dietetiche su tali ricerche per tali risultati.

Tali ricerche sono state svolte presso l’Università di Uppsala, in Svezia. I ricercatori hanno analizzato i dati su due grandi coorti svedesi: una con 61.433 donne di età compresa tra 39-74 anni, e un’ altra con 45.339 uomini di età compresa tra i 45 ei 79 anni. Attraverso dei questionari sulla frequenza alimentare, i ricercatori hanno ottenuto dei dati sui prodotti alimentari e le bevande comuni consumati su base giornaliera e settimanale.

I ricercatori scrivono che un candidato potenziale per i risultati discordanti per i diversi tipi di prodotti lattiero-caseari è il tenore del D-galattosio.

L’assunzione di D-galattosio dal latte non fermentato è notevolmente superiore a quella di altre fonti alimentari, tra i quali i formaggi e i prodotti da latte fermentato.

Essi citano gli studi su animali che hanno fornito un collegamento tra il D-galattosio e l’invecchiamento precoce.

Essi hanno analizzato i risultati dall’arruolamento (dal 1987 al 1990 per le donne e nel gennaio 1998 per gli uomini) fino al dicembre del 2010. Durante un periodo medio di 22 anni di follow-up, 15.541 donne sono decedute e 17.252 hanno avuto una frattura. Durante un periodo medio di 13 anni di follow-up, 10.112 uomini sono deceduti e 5379 hanno avuto una frattura.

I ricercatori hanno scoperto che le donne che bevevano tre o più bicchieri (680 g) di latte al giorno avevano quasi il doppio di rischio di decesso rispetto alle donne che bevevano meno di un bicchiere al giorno. Le donne che hanno bevuto più latte hanno avuto anche un rischio più elevato per qualsiasi tipo di frattura e per quella dell’anca in particolare.

Anche se i ricercatori hanno scoperto che gli uomini che hanno bevuto tre o più bicchieri di latte avevano un rischio leggermente più elevato di decesso rispetto a coloro che bevevano meno di un bicchiere, gli uomini non hanno avuto l’eccesso di rischio per fratture nelle donne.

I ricercatori hanno registrato i calcoli dei fattori di rischio per una gamma ampia di cofattori, includendo, ma non limitati all’età, l’abitudine al fumo, l’indice di massa corporea, l’altezza, il livello di istruzione, il livello di calcio e di vitamina D, senza l’uso di cortisone, l’attività fisica, e l’indice di comorbilità di Charlson (l’indice di comorbilità attualmente più utilizzato).

In una analisi di sensitività, adeguando la ricerca ai nutrienti associati all’osteoporosi o al rischio di fratture, i ricercatori hanno trovato una più forte associazione tra l’alto consumo di latte e tali risultati.

Inoltre hanno trovato un’associazione tra un elevato consumo di latte e lo stress ossidativo e l’infiammazione.

Al contrario, gli autori non hanno trovato alcuna associazione simile tra i prodotti lattiero-caseari fermentati, tra cui lo yogurt e i formaggi, e gli esiti avversi.

I ricercatori non hanno fatto alcuna distinzione tra i livelli di grassi nel latte, come quello scremato e intero, ma tutti i consumi di latte sono stati riuniti in una sola categoria.

Tali risultati possono mettere in dubbio la validità delle raccomandazioni sul consumo elevato di latte per prevenire le fratture da fragilità ossea.