I raggi ultravioletti danno luogo a una modificazione permanente del colorito della pelle, che diventa bruno-giallastra perdendo luminosità e alla comparsa di rughe molto profonde e irregolari. Si tratta di  un vero e proprio danno sia epidermico che dermico. In quest’ultimo si avrà anche una modificazione chimica delle fibre elastiche, fino ad una degenerazione con privazione della funzionalità elastica, con rischi di degenerazione neoplastica. L’invecchiamento cutaneo è legato alla produzione di radicali liberi endogeni (cronoaging) e alla produzione di radicali liberi dovuti ad un fattore esterno importante, il danno solare (fotoaging). Il cronoaging segna semplicemente l’invecchiamento dovuto all’età e non determina un definitivo mutamento del colorito della cute, né dà luogo a rughe troppo profonde e irregolari, non altera le fibre collagene né le fibre elastiche. In entrambi i casi il denominatore comune è comunque rappresentato dalla produzione di radicali liberi.
Le principali alterazioni rilevabili, sono date da una perdita del turgore e dell’elasticità cutanea, con la comparsa delle cosiddette “rughe”.
Il fenomeno è dovuto ad una diminuizione del turnover cellulare, associato a stress ossidativi a carico delle fibre collagene ed elastiche. Con l’aumentare dell’età si assiste ad un aumento della componente fibrosa del derma rispetto alla quella elastica. Le cellule del derma non svolgono più in maniera idonea i regolari scambi metabolici con la circolazione sanguigna, impedendo lo svolgimento delle normali attività metaboliche, con un aumento del tempo di permanenza delle tossine in loco ed uno scarso apporto nutritivo.