Si va sempre più affermando la medicina di genere con le differenze di sesso genetico e di genere legato alla componente culturale.

A questo proposito si pongono varie domande:
• Uomo e donna devono avere lo stesso regime alimentare?
• Le dosi di vitamine devono essere uguali nei due sessi?
• Stessi ormoni hanno effetti differenti?

Evidentemente la risposta è no. Inoltre i nostri cervelli sono completamente diversi nel loro funzionamento e nel modo di approvvigionarsi di energia. Tutte queste recenti scoperte avranno una notevole ripercussione sulla terapia e sulla prevenzione delle malattie. Dovremo quindi imparare a modulare le dosi secondo i sessi, perché uomo e donna sono differenti:
• Le donne hanno un’incidenza 6 volte superiore rispetto agli uomini per le malattie della tiroide.
• Il polmone femminile è molto più sensibile agli ormoni sessuali femminili che possono favorire il cancro del polmone.
• Il testosterone ha un effetto antinfiammatorio nell’uomo, ma questo stesso effetto nella donna dopo la menopausa ha azione infiammatoria.
• L’estradiolo ha effetto protettivo sulle arterie nella donna prima della menopausa, mentre non ha assolutamente lo stesso effetto nell’uomo.
• L’infarto miocardico, la cui causa risiede nell’occlusione coronarica, è uguale negli uomini e nelle donne ma la mortalità femminile a trenta giorni è più elevata.
• Il sistema immunitario si comporta in modo diverso nell’uomo e della donna ed è interessante osservare come vi siano patologie più frequenti nelle donne, come lupus eritematoso, artrite, malattie autoimmuni e stenosi mitralica.
• La sindrome Tako-Zubo, o sindrome del cuore infranto è una malattia che colpisce per il 95% le donne e che è del tutto simile a un infarto. È dovuta a una paralisi di una parte del cuore per una scarica di catecolamina, scarica che può avere origine emotiva o fisica.

Uomini e donne sono molto differenti per quel che riguarda l’ipertensione arteriosa. Quindi il nostro approccio ai trattamenti ormonali, vitaminici e con integratori dovrà ben presto modularsi in base al sesso e all’età.
“Nonostante i progressi in campo medico compiuti negli ultimi anni, c’è ancora una scarsa conoscenza dell’influenza del genere sulla salute. In questo senso si può parlare di gender blindness, di cecità: un atteggiamento che contribuisce a rallentare il raggiungimento dell’equità di genere e che non permette di offrire la migliore cura possibile a entrambi i sessi.” (Flavia Franconi
Ordinario di Farmacologia Cellulare, Università di Sassari, Presidente GISeG)