Una ricerca effettuata presso l’Università di San Luis Potosi e Central Hospital, in Messico, annuncia una promettente novità nel campo della diagnosi delle malattie neurodegenerative, soprattutto nella malattia di Alzheimer (AD), nella malattia di Parkinson (PD), e in altre malattie neurodegenerative.
I ricercatori hanno evidenziato su dei campioni bioptici di pelle di pazienti con AD e di PD dei livelli significativamente più elevati di proteina tau (p-Tau) rispetto a quelli di pazienti senza queste malattie e a quelli di pazienti con demenza non degenerative. Inoltre, i pazienti con PD avevano livelli elevati di proteina α-sinucleina (α-Syn).
La proteina tau, infatti secondo recenti studi sarebbe la diretta responsabile della cattiva eliminazione delle sostanze potenzialmente tossiche all’interno dei neuroni, come l’amiloide. Se non funziona correttamente, alcune proteine beta amiloidi restano all’interno della cellula, facendola degenerare e poi morire.
Per i medici si apre una prospettiva nuova e promettente poiché con questo metodo sarà molto felicitato l’approccio diagnostico e differenziale per formulare una diagnosi differenziale tra le diverse malattie neurodegenerative, tra cui il PD e l’AD.
Sebbene tali proteine riflettono un malfunzionamento del sistema nervoso centrale, nei pazienti con AD e PD tali alterazioni proteiche si trovano anche fuori del cervello. Ad esempio, studi recenti hanno dimostrato che la α-Syn può essere rilevata nell’intestino, nelle terminazioni nervose periferiche, e nelle ghiandole salivari. Questo studio ha determinato che rispetto ai controlli dei pazienti con demenza causata da altre condizioni di salute, quelli con entrambi AD e PD avevano 7 volte più elevati livelli di p-Tau. Le persone con malattia di Parkinson avevano un livello 8 volte superiore di α-Syn rispetto ai controlli sani.
Anche se la proteina tau è una caratteristica di AD, i ricercatori hanno recentemente scoperto depositi di tau (grovigli neurofibrillari) nel cervello dei pazienti con malattia di Parkinson.
Le cellule cerebrali morenti di questi pazienti hanno depositi di questa proteina in combinazione con altri detriti cellulari chiamati corpi di Lewy, che forniscono la diagnosi definitiva della malattia di Parkinson.
Il gruppo messicano è l’unico al mondo a aver determinato un test cutaneo su queste patologie e potrebbe finalmente diventare un test standard per diagnosticare le malattie neurodegenerative. Si è annunciato che è possibile rilevare non soltanto l’AD e la PD, ma anche altre malattie neurodegenerative, come la paralisi sopranucleare progressiva, la demenza frontotemporale, e la sclerosi multipla.
Questo lavoro, inoltre, dimostra come gli aggregati proteici legati alla neurodegenerazione si trovano spesso al di fuori della sistema nervoso centrale.