Gli antibiotici e la dieta possono  modificare la composizione dei batteri intestinali, rendendoci più deboli a patogeni dannosi. In particolare, modifiche nell’equilibrio tra i Bacteroidetes e Firmicutes, le due famiglie predominanti nell’intestino dei mammiferi, sono associate a obesità, diabete, infiammazioni croniche dell’intestino e cancro gastrointestinale.
Karina Xavier e colleghi dell’Instituto Gulbenkian de Ciência di Oeiras, in Portogallo in un recente studio pubblicato su  “Cell Reports” hanno dimostrato che i batteri intestinali “conversano” tra loro attraverso lo scambio di una particolare molecola chiamata Al-2 per affrontare ad esempio i danni causati dai trattamenti antibiotici. Era infatti già  noto che le popolazioni batteriche comunicassero tra loro usando una sorta di linguaggio chimico che si avvale di piccole molecole chiamate autoinduttori. In base alla concentrazione di autoinduttori, le cellule batteriche possono regolare la propria attività in modo sincronizzato con la comunità di cui fanno parte, in un processo detto quorum sensing.