Il Mastice di Chios è una gommoresina estratta dalla Pistacia lentiscus: il nome deriva dal greco “pistakio”, assonante con il persiano “pistah”, che significa “ricco di farina”. La Pistacia lentiscus è una pianta che vegeta dal livello del mare fino a 600 metri. È una tipica componente della macchia mediterranea sempreverde, spesso in associazione con l’olivastro e il mirto; molto adattabile per il terreno, predilige però suoli silicei, di circa 1 -3 m di altezza, raramente arboreo, con forte odore resinoso, ma il Mastice più puro e pregiato, solido e profumato, si trova unicamente in una zona a sud dell’isola di Chios detta “Mastichoria”, che comprende circa 20 villaggi raccolti in una cooperativa di famiglie produttrici che raccolgono la resina durante il periodo estivo. Ogni albero adulto, quindi di circa 15 anni di età, produce annualmente 100-200 grammi di masticha, resina di color avorio, che tenderà a ingiallire nel tempo, di aroma intenso e gusto dolce.

I più antichi riferimenti storici al Mastice di Chios e ai suoi usi medicinali risalgono a Herodotus nel V° secolo a.C. , ma una descrizione mirata alle sue virtù medicinali si trova per la prima volta nel testo di Dioscoride, medico militare sotto Vespasiano e Tito. Plinio il vecchio (23-79 d.C.) nella sua “ Naturalis historia”, nomina il mastice di Chios e suggerisce di utilizzare anche l’olio ricavato dai frutti di Lentisco e mescolato a cera per medicare le escoriazioni, nonchè le foglie fresche per le infiammazioni del cavo orale. Anche Galeno, famoso medico di Pergamo, descrive il Lentisco nel suo libro “Le Virtù dei semplici medicamenti” (ovvero dei singoli prodotti usati per fare medicamenti); in questo testo viene descritto sia il Lentisco come tale, che il Mastice. La leggenda narra che “l’albero di Schina” cominciò ad emettere le sue “lacrime medicinali” per piangere la sorte di San Isidoro, martire cristiano, quando passò per un bosco di lentisco durante il tragitto verso l’esecuzione ad opera dei romani nel 250 d.C., periodo a cui risale l’inizio della coltivazione intensiva della Pistacia lentiscus nell’isola di Chios. Si dice anche che la resina cristallina prodotta sull’isola di Chios con quel grado di purezza che ne assicura l’efficacia medicinale, sia tale soltanto in quel determinato luogo del mondo a causa del vulcano sommerso nel mare antistante l’isola stessa. Di certo possiamo però affermare che il commercio del Mastice fosse redditizio e che la resina fosse ben rinomata, tanto che i genovesi, che se ne servivano per sentire meno la sete, alleviare la nausea e proteggere i marinai dalle malattie durante i lunghi viaggi per mare, occuparono l’isola di Chios detta allora Scio, nel 1346, e la tennero fino al 1556, periodo in cui fu occupata dai Turchi. Anche Cristoforo Colombo fece rotta all’isola di Chios, come ricorda un francobollo italiano emesso nel 1992, per fare scorta del prezioso mastice.

Il fitocomplesso che caratterizza la resina e l’olio essenziale derivati dalla Pistacia lentiscus è ricco in modo particolare di derivati triterpenici, ad attività antinfiammatoria ed antibatterica, come in particolare l’alfa terpineolo, l’alfa pinene,il myrcene, il caryophyllene, il metil isoeugenolo e il germacrene (1). Negli estratti risultano presenti inoltre anche antocianine, tocoferoli, arabinogalattani ad azione blandamente immunostimolante e acidi organici.

Il Mastice di Chios è noto per avere elevata attività antibatterica e fungicida e per proteggere lo stomaco da alcuni insulti cancerosi.

Esso agisce rapidamente contro l’ulcera peptica ed è particolarmente efficace in caso di infezione da Helicobacter pylori. Per quanto riguarda l’efficacia contro H.pylori, studi più recenti hanno dimostrato che il Mastice è in grado di indurre significative modificazioni morfologiche a carico del batterio stesso. La gommoresina ha inoltre elevata attività antinfiammatoria ed antiossidante, ed è particolarmente efficace nella terapia dei pazienti affetti da morbo di Crohn, dove ha dimostrato di diminuire in modo statisticamente significativo il livello dell’infimmazione gastro-intestinale.

Il Mastice, già usato per questo scopo sin dai tempi dell’antica Grecia, ha infine dimostrato un forte potere antisettico e cicatrizzante, utile nelle affezioni del cavo orale come gengiviti e parodontiti. In particolare è stata studiata l’attività battericida nei confronti di Streptococcus mutans, ritenuto dagli autori il principale agente responsabile della carie dentale.