Oligoterapia catalitica.

Secondo l’oligoterapia catalitica, le moderne condizioni di vita, l’inquinamento alimentare, atmosferico e medicamentoso, le malattie, comportano fenomeni di blocco degli oligoelementi presenti nell’organismo, con l’inattivazione totale o parziale dell’attività degli enzimi, da loro presieduta. Tale fenomeno è definito “chelazione”. Le manifestazioni morbose delle malattie originerebbero da tali blocchi.

Oligoterapia nutrizionale.

Storicamente l’oligoterapia nutrizionale è la seconda forma di utilizzazione sistematica degli elementi minerali. Si sviluppa negli anni ’60 grazie ai notevoli progressi della Scienza dell’Alimentazione che consentono di determinare il ruolo dei vari oligoelementi e il loro fabbisogno.

Più recentemente si è sviluppata la Medicina Ortomolecolare e la Nutriterapia. Oggetto di studio di tali discipline è lo studio del ruolo dei micronutrienti essenziali (oligoelementi, vitamine, aminoacidi e acidi grassi essenziali) e la loro somministrazione in caso di carenza.

Oligoterapia farmacologica.

E’ a forma più recente di utilizzazione terapeutica di elementi minerali; si basa sull’impiego di concentrazioni nettamente più elevate di oligoelementi, rispetto alla catalitica e alla nutrizionale.

Se si esamina un grafico che evidenzia l’attività biologica ottimale di un oligoelemento in base al suo apporto e alla sua concentrazione, si può rilevare la presenza di una zona, detta “ergotropica”, interposta tra apporto ottimale e zona tossicologica, che corrisponde all’effetto farmacologico.

Alcuni esempi di utilizzazione clinica dell’oligoterapia farmacologia sono quelli dell’impiego del Fluoro nel trattamento dell’osteoporosi, del solfato di zinco nel trattamento dell’artrite psoriasica e del morbo di Wilson oppure del Rame, in associazione con Novocaina e salicilato di sodio, nel trattamento dell’artrite reumatoide.