In due nuovi studi caso-controllo, condotti da un team del Karolinska Institute di Stoccolma, si è evidenziato che un elevato consumo di caffè, pari a più di sei tazze al giorno, è associato ad un ridotto rischio di sviluppare la sclerosi multipla (SM).

Gli autori sottolineano che tali risultati sono in linea con le osservazioni già condotti con modelli animali sulla sclerosi multipla e che sia il caffè che la caffeina sono stati entrambi anche associati ad un ridotto rischio per la malattia di Parkinson.

Gli studi caso-controllo sono stati condotti in Svezia e in California. Lo studio svedese ha incluso 1620 adulti con MS (casi-pazienti) e un gruppo di confronto di 2788 persone abbinati per età e sesso (controlli); lo studio Californiano ha incluso 1159 pazienti con sclerosi multipla (casi-pazienti) e 1172 controlli appaiati sani.

In entrambi gli studi, ai partecipanti è stata raccomandata l’assunzione di caffè in diversi periodi di tempo.

I risultati hanno mostrato che il rischio di SM è stato costantemente più elevato tra coloro i quali l’assunzione di caffè era minimo durante ogni giorno in entrambi gli studi, anche dopo aggiustamento per fattori confondenti, come il fumo e il peso durante l’adolescenza.

Nello studio svedese, l’assunzione di più di sei tazze di caffè al giorno era associato ad un rischio inferiore del 30% per la SM.

Nello studio Californiano coloro che bevevano più di 948 ml di caffè al giorno avevano un rischio inferiore del 31% per MS rispetto a coloro che non avevano mai bevuto il caffè.

I ricercatori suggeriscono che i possibili meccanismi che possono spiegare i loro risultati comprendono le osservazioni provenienti da studi sperimentali che la caffeina fa aumentare i recettori dell’adenosina 1A (che protegge contro l’encefalomielite autoimmune sperimentale e riduce la produzione di citochine pro-infiammatorie).

Sicuramente sono necessari ulteriori studi per stabilire se è in realtà la caffeina, o se c’è un’altra molecola nel caffè, alla base dei risultati e per valutare l’associazione tra il suo consumo e lo sviluppo della MS, e per valutare i meccanismi attraverso i quali il caffè può agire su nuovi bersagli terapeutici. Questi risultati interessanti indicano che il ruolo del caffè nella protezione della MS garantisce chiaramente ulteriori indagini di sviluppo; inoltre questo studio si distingue per il suo ampio particolare campione internazionale di 2779 pazienti con sclerosi multipla e l’accesso alle informazioni dettagliate su diverse importanti potenziali confondenti.

Gli autori sono stati in grado di dimostrare che, mentre il fumo è un fattore di confondimento chiaro e ha un importante effetto di attenuazione, l’associazione tra l’alto consumo di caffè e la riduzione del rischio per la SM era evidente nelle persone con e senza una storia di fumo.