L’Ayurveda, dal sanscrito “Ayur”, vita, e “Veda” conoscenza, è un insieme di leggi naturali proprie della fisiologia umana, codificata, secondo alcune tradizioni, più di seimila anni fa. Essa discende e affonda le sue radici nel periodo Vedico, nel 5000 a.C. attraverso i testi fondamentali vedici ( Rig Veda, Sama Veda, Yajur Veda e Atharva Veda), dove già si fa ampio accenno a vari riferimenti medici, fino a trovarne ampia trattazione nella tradizione degli antichi Rishi (saggi) indiani, i sapienti che l’hanno tramandata per via orale e attraverso alcuni testi molto antichi tra i quali il più conosciuto è senz’altro il Caraka Samhita (letteralmente la raccolta di Caraka) risalente in un periodo compreso tra l’VIII e il I secolo a.C.

La sua diffusione si svolse ed ebbe notevole influenza sulle pratiche mediche di molte civiltà, dalla Cinese alla Tibetana, dalla Persiana all’Egiziana fino a quella Greca che attraverso la medicina Ippocratica riuscì a varcare le soglie dell’antichità per avvicinarsi fino a noi.

L’influenza della cultura e della filosofia indiana in Occidente si ebbe soltanto nel XIX sec., con l’interesse sempre più fecondo e diffusivo da parte di molti filosofi e letterati, tra cui sono da ricordare Schopenhauer e Hermann Hesse; mentre in Europa si inizia tale conoscenza, in India la medicina ayurvedica attraversa il suo periodo più critico con l’opposizione forte e decisa dell’impero coloniale britannico sulle tradizioni locali. Soltanto con l’indipendenza c’è stata una graduale ripresa e un rinnovato slancio di scoperta delle proprie radici con una nuova diffusione di tutta la medicina Ayurvedica.

Attualmente il 70% della popolazione indiana si cura con l’Ayurveda e nel 1978 l’OMS le diede il suo riconoscimento ufficiale come medicina tradizionale da tutelare.   Secondo la tradizione, l’Ayurveda è stata donata dagli dei, da Brahma, fattore primordiale nella creazione dell’Universo.

In un verso del Caraka Samhita si legge“La mente, il sé e il corpo insieme costituiscono una triplicato  il mondo è sostenuto dalla loro unione ed essi sono il fondamento di tutte le cose.”

L’esistenza d’ogni essere individuale non può essere scissa dall’Universo che lo circonda e che lo compenetra: l’uomo è considerato un microcosmo, un universo a sè, parte integrante e amalgamato con il macrocosmo, con il Sé primordiale, con il Tutto trascendente. La Realtà è espressione dell’Unità e dietro le sue diverse espressioni vi è la molteplicità dei fenomeni.

Un grande maestro della spiritualità Vedica, Maharishi, definisce tale Unità come Samhita, cioè la conoscenza globale della realtà, e su questa base egli costruisce il suo postulato Vedico: la Coscienza è il Campo fondamentale della vita, “la base di tutte le leggi naturali note, la fonte ultima dell’ordine e dell’armonia che si manifestano in tutta la creazione.” Questo luogo di pura coscienza è il nostro Sé.

Maharishi, a partire dagli insegnamenti del proprio maestro, chiamato Guru Dev, ha compiuto un’opera di rivisitazione sistematica e formale dei testi vedici, che, ad alcuni, è parsa tanto più valida quanto più sembrava corrispondere alle equazioni formulate dalla teoria del campo unificato. In particolare il commento di Maharishi della sezione più importante dei testi vedici, il Rig Veda è da lui chiamato Apaurusheya Bhashya, cioè “commento non creato” per sottolinearne l’origine sovrannaturale.

In questo testo si celano le leggi di natura.

Esso è strutturato in modo da presentare delle precise analogie con le funzioni della superstringa, la formula matematica che tenta di descrivere nel modo più sintetico la struttura e le dinamiche delle leggi che regolano l’Universo: il dr. Deepak Chopra, nel suo libro “Quantum Healing”, a proposito delle superstringhe e del potere terapeutico dei suoni primordiali, dice:

“Le particelle subatomiche più fini sarebbero onde di forma, vibrazioni chiamate ‘superstringhe’, ovvero corde ultrasensibili, perché reagiscono esattamente come le corde di un violino…”.

La corrispondenza tra queste due descrizioni del livello fondamentale della legge naturale ne sancisce l’identità e autorizza Maharishi a definire il Rig Veda, nella forma da lui portata alla luce, come la Costituzione dell’Universo. Secondo Maharishi, la Scienza Vedica estende e perfeziona l’approccio tipicamente oggettivo della scienza moderna, integrando nell’ambito dell’indagine anche il soggetto conoscente.

Nella teoria del campo unificato la materia e l’energia sono espressione fisica di quattro campi fondamentali: gravità, elettromagnetismo, forze nucleari forti e deboli. Tali campi sono descritti da leggi che possono essere unificate in un unico campo concepito come campo d’informazione pura, dal quale sarebbero derivate sequenzialmente tutte le diverse forze e leggi, nei primi microsecondi della creazione del nostro Universo, e dal quale tale processo di dispiegamento sequenziale continua tuttora incessante e così sarà per sempre. Tale fondamento unificato della vita, che si caratterizza come autosufficiente, auto-interagente e sotto il segno di un’intelligenza e un dinamismo infiniti viene definito da Maharishi come: “La Coscienza è il Campo Fondamentale della Vita”, e quindi la base di tutte le leggi naturali note, la fonte ultima dell’ordine e dell’armonia che si manifestano in tutta la creazione.