Uno studio suggerisce che la caffeina sembra avere un effetto di miglioramento del consolidamento della memoria.
160 volontari sani sono stati esposti a 200 immagini di diversi oggetti a uso quotidiano e varie domande su di loro. Essi hanno assunto di conseguenza una pillola contenente 200 mg di caffeina o un placebo.
Il giorno successivo, i partecipanti hanno ricevuto a sorpresa un test mnemonico. Essi hanno ricevuto un’altra serie d’immagini, alcune come le precedenti , alcune come elementi nuovi, e alcuni simili ma leggermente differenti.
Le persone che avevano preso la caffeina erano più in grado di discriminare i nuovi elementi ed erano più avvantaggiati per rilevare che gli oggetti simili erano diversi da quelli visti il giorno prima.
Questo dimostra che se qualcuno ha l’abitudine del caffè, e ne beve parecchie tazze al giorno, questo è un buon motivo per non eliminarlo dalla dieta. Ma potrebbe non essere sufficiente a convincere qualcuno che non beve caffè di iniziare, soprattutto se sono molto reattivi ai suoi effetti stimolanti.
Lo studio suggerisce come un’assunzione moderata di caffeina sia associata a una migliore longevità e lo studio potrebbe potenzialmente dare una spinta alla comprensione dell’Alzheimer.
I partecipanti allo studio non erano bevitori di caffè abituali. E’ stato stabilito che essi dovevano consumare meno di 500 mg di caffeina ogni settimana (circa 2-3 tazze di caffè).
In un ulteriore studio, i ricercatori hanno esaminato l’esistenza di una relazione dose-risposta.
I risultati suggeriscono che una moderata quantità di caffeina (200 mg) può essere la più efficace a migliorare la memoria.
Altri studi, sulla correlazione tra caffè e memoria, hanno mostrato risultati inconcludenti, ma in questi studi si è generalmente somministrato caffeina prima della prova: quindi è difficile stabilire gli effetti separati sia dalla memoria, sia quelli dalla vigilanza. In questo studio, poiché la caffeina è stata data dopo la visualizzazione iniziale degli elementi, l’effetto è più probabilmente dovuto alla memoria piuttosto che alla vigilanza.
Le persone possono reagire in modo molto diverso alla caffeina. Se qualcuno normalmente non beve caffè, può essere ipersensibile ai suoi effetti e ciò può causare ansia e nervosismo. Ma alcune persone non sono influenzate a ogni cosa, e se qualcuno è un regolare bevitore di caffè, si può costruire la tolleranza a questi effetti. Sembra che ci sia una grande variabilità genetica nel nostro modo di metabolizzare la caffeina e come reagiamo ad esso, e ad altri fattori come la massa corporea, il sesso e gli ormoni.
Il neurotrasmettitore noradrenalina ha effetti positivi sulla memoria, e la caffeina libera noradrenalina: i ricercatori dunque hanno il sospetto che potrebbe avere un effetto sulla memoria. Inoltre, la caffeina ha dimostrato di migliorare la comunicazione tra neuroni nella regione CA2 dell’ippocampo, la parte del cervello coinvolta nella memoria.
Dovrebbero essere condotti esperimenti futuri per comprendere i meccanismi attraverso i quali la caffeina può avere questo effetto potenziante. Dato l’ampio uso di caffeina e il crescente interesse nei suoi effetti sia come enhancer cognitivo e come neuroprotectant.