Il Noce comune, o Juglans regia,  è un albero dall’aspetto regale, con tronco imponente, solido e dritto, che può superare i 10 metri d’altezza. La radice è fittonante, mentre le foglie sono caduche, composte ed alterne. E’ conosciuto anche come “Noce bianco”, e produce fiori sia maschili che femminili. Il caratteristico frutto è una drupa, formata da un mallo  carnoso, prima verde poi nero a frutto maturo, e da un endocarpo legnoso, ovvero la noce vera e propria. Le origini geografiche del Noce comune sono le pendici dell’Himalaya, la pianta fu poi introdotta in Europa per i suoi frutti eduli.

Il termine “juglans verrebbe da due vocaboli  latini “Jovis e “glanda” che letteralmente possiamo tradurre come “ghianda di Giove”; i romani infatti avevano consacrato l’albero del Noce a Giove per i suoi frutti buoni e nutrienti. Un vecchio proverbio recita però a proposito del noce: Il noce è così detto perché nuoce, imperochè la sua ombra è notevole agli altri arbori” (De Crescenzi), a rimarcare il fatto che sotto un albero di Noce la vegetazione è sempre assai scarsa. Questo si deve alla presenza, tra i principi attivi del Noce, dello Juglone, che si trova nel mallo della noce, ma anche nelle foglie, nella corteccia e nelle radici. Esso è un agente allelochimico fitotossico, cioè uccide e tiene lontane le altre piante.

I greci chiamavano il Noce “Karya basilica”, ossia “Noce regale”, in quanto ritenevano che esso fosse stato portato dai re persiani. Il nome greco del Noce ci rimanda a un famoso mito di Dioniso, ospite di Dione re della Laconia, che s’innamorò di Karya, figlia minore del sovrano.

Le sorelle maggiori, per gelosia, avvertirono il padre; Dioniso, dopo averle ammonite più volte s’infuriò, facendole impazzire e trasformandole in rocce. Karya, per la gran tristezza, morì poco dopo e il dio che l’aveva tanto desiderata la trasformò in un albero di noce dai frutti fecondi. Artemide annunciò ai Laconi la morte della principessa Caria, ed essi eressero in onore della dea un tempio, nel quale vennero scolpite nel legno di noce delle colonne a sagoma femminile: le cariatidi. Il legame del Noce con divinità femminili si tramandò anche in epoca medievale, come testimonia la leggenda del Noce di Benevento. Si racconta infatti che nella notte di San Giovanni le streghe, guidate dalla dea romana Diana, sciamassero nei cieli per andare al gran sabba che si teneva sotto ad un grande noce millenario presso Benevento.

I Principi attivi contenuti nelle foglie sono molti e vari. Abbiamo dei naftochinoni, lo juglone, che si trova nel mallo della noce, ma anche nelle foglie, nella corteccia e nelle radici, con azione antifunginea e contro i parassiti intestinali, nonché antivirale, soprattutto nei confronti dell’Herpes virus, alfa e beta-lawsone, tannini, che rappresentano circa il 10% dei principi attivi totali con un’ azione spiccatamente antibatterica, oleoresine con azione antinfiammatoria, l’acido gallico e l’acido ellagico che hanno un’azione astringente e antibatterica, l’acido ferulico, sostanza a spiccate proprietà antiossidanti, flavonoidi, composti fenolici con proprietà ipocolesterolemizzanti, polisaccaridi attivi sul sistema immunitario, minerali, vitamina C e carotenoidi.

Il Noce ha una interessante azione immunomodulante: esso riequilibra efficacemente la risposta immunitaria intestinale, gestendo la corretta ripartizione dei simbionti nei vari settori dell’organismo. Il sistema immunitario intestinale si occupa della protezione contro i patogeni, e della prevenzione della penetrazione di componenti immunogeni, svolgendo così una funzione di barriera e antinfettiva, oltre che dell’induzione della non responsività dell’immunità sistemica verso antigeni alimentari, dando luogo alla così detta “tolleranza orale mucosale”. Il Noce aiuta e coadiuva il sistema immunitario intestinale riequilibrando le difese di barriera della mucosa intestinale, agendo come selezionatore del microbiota intestinale; è quindi indicato in tutte le forme di disbiosi e intolleranza alimentare. Il Noce esercita inoltre un’azione immunostimolante aspecifica generale, potenziando l’attività delle cellule di Kupffer. I flavonoidi e i polisaccaridi contenuti nelle foglie di Juglans regia sembrano essere i principi attivi responsabili di questa attività coadiuvante del sistema immunitario. Il Noce ha proprietà astringenti, antisettiche, funghicide, cicatrizzanti e antinfiammatorie, ed è principalmente a livello cutaneo e intestinale che sviluppa la propria azione: è infatti un ottimo astringente, grazie alla importante presenza di tannini, particolarmente utile nelle diarree dopo trattamento antibiotico, accompagnate da meteorismo, ma agisce anche come regolatore della peristalsi nelle forme ipocinetiche. Ha un ottimo potere antimicrobico, che esplica sia sui batteri Gram+ che Gram-; ha inoltre attività antifunginea. È utile nelle forme di dermatite umida, con suppurazione, specie se caratterizzate da sovrainfezione batterica e/o funginea a causa del prurito, ed anche nell’acne e nel prurito “sine materia”, come nelle forme di dermatite atopica, per l’effetto antinfiammatorio e sebo regolatore. È infine utile nelle forme di insufficienza pancreatica, pancreatite cronica, iperglicemia, grazie allo spiccato organotropismo pancreatico.