Un grande laboratorio della Agenzia internazionale dell’energia atomica

studia la sterilizzazione delle zanzare attraverso la radioattività. Il suo scopo è quello di arrivare all’estinzione di alcune specie di zanzare responsabili della trasmissione del virus.

Nel piccolo villaggio di Seibersdorf a 30 chilometri a sud di Vienna, vivono poco più di 1.300 persone. Il suo nome però sta guadagnando visibilità grazie alla presenza qui di un grande laboratorio che potrebbe aiutare a porre fine alla diffusione del virus Zika. Si tratta di una struttura dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) che lavora su un’idea che sembra semplice: sterilizzare gli insetti con radiazioni per avviare un processo naturale di estinzione, “si potrebbe chiamare pianificazione familiare per insetti” spiega l’entomologo austriaco Jorge Hendrichs (University of Massachusetts), direttore del controllo dell’unità insetti infestanti dell’AIEA in Austria.

Centinaia di giovani zanzare maschio sono in attesa nel laboratorio austriaco per essere sterilizzate in massa con radiazioni riducendo così la quantità di insetti che potenzialmente possano trasmettere malattie come il virus Zika.  I maschi avranno così una copula sterile che porterà alla estinzione graduale della specie.

 L’attuazione del piano è complessa, in quanto richiede di sterilizzare i maschi quando sono in uno stato larvale. Secondo il team di scienziati guidati Hendrichs, lo strumento migliore per raggiungere questo obiettivo è l’uso di cobalto-60 o la tecnica a raggi X. La tecnica non è nuova, e ha sradicato insetti come la mosca della frutta in alcune regioni dell’Argentina e del Sud Africa e la mosca del melone a Okinawa, in Giappone.

L’obiettivo di questo programma di sterilizzazione è attualmente il virus Zika, trasmessa dalla zanzara Aedes aegypti, che trasmette anche la febbre dengue e Chikungunya, una malattia febbrile acuta virale, epidemica, trasmessa dalla puntura di zanzare infette. Il Zika è stato identificato nella foresta Zika vicino a Entebbe (Uganda) nel 1947 in  scimmie rhesus dell’India, attraverso una rete di monitoraggio della febbre gialla selvatica. Più tardi, nel 1952, è apparso in esseri umani in Uganda e Tanzania. Attualmente ci sono stati focolai di questa malattia virale in Africa, America, Asia e Pacifico. Il Zika provoca febbre, mal di testa ed eruzioni cutanee e articolari. Si  sospetta che in gravidanza possa causare microcefalia nel bambino. Con più di 1,5 milioni di pazienti Il Brasile ed  Sud America sono le regioni più colpite dal virus.

“Abbiamo dimostrato che la tecnica è efficace su piccola scala: possiamo agire nella periferia di una città, forse anche in una città di 250.000 persone, dice entomologo Rosemary Lees a Afp aggiungendo che sono le femmine a trasmettere il virus perché “sono loro che hanno bisogno di sangue per nutrire le loro uova. I maschi si nutrono dello zucchero dei fiori e del loro nettare”. Un possibile problema è che i maschi “trattati” non siano abbastanza forti per competere con gli insetti selvatici. Questa tecnica è particolarmente efficace in combinazione con altri metodi, compreso l’uso di insetticidi.