Presso il Centro ricerca e terapia IVF di Barcellona si è svolta una giornata di approfondimento su come realizzare la prima visita a pazienti con problemi di fertilità. Il Centro di fama internazionale è specializzato in trattamenti di infertilità con uno staff, composto da ginecologi, andrologi, embriologi, genetisti e ricercatori.

Nell’incontro si è data ai medici presenti una formazione specifica sul tema della riproduzione assistita. In platea: medici di base, endocrinologi, ginecologi, studenti in Master in riproduzione assistita. Quali esami richiedere per iniziare uno studio basico di fertilità: i valori ormonali della donna FSH, LH estradiolo e AMH, l’importanza di una buona ecografia realizzata dal ginecologo con conta dei follicoli antrali. Questo permette di conoscere la riserva ovarica di una donna, ma la qualità degli ovuli e quindi la possibilità di avere una gravidanza evolutiva, dipende soprattutto dall’età della donna. Si sono affrontati temi essenziali come: l’endometriosi, gli aborti a ripetizione, la donazione di ovociti. Saper individuare fattori di rischio al di là della propria specializzazione medica, diventa oggi essenziale per lo studio del paziente con visione a 360º. L’infertilità colpisce oggi più del 15% delle coppie. Diventa imperativo quindi anche un discorso di prevenzione da parte dei medici generici verso le loro pazienti. La fertilità della donna diminuisce con il passare degli anni: a partire dai 35 si ha un calo notevole. Oggi è possibile preservare la fertilità femminile attraverso la criopreservazione degli ovuli: il processo di vitrificazione consiste nel conservare gli ovuli maturi, ottenuti con stimolazione ovarica, in nitrogeno liquido alla temperatura di -196 º, per poterli poi usare in un secondo momento, quando la paziente deciderà di avere una gravidanza. Le percentuali di sopravvivenza degli ovuli vitrificati sono altissime, di un 98%. Il social time-freezing è una tecnica a cui stanno ricorrendo sempre più donne, visto che si cerca la gravidanza ad un età ormai maggiore a quella che “naturalmente” sarebbe auspicabile. A livello endocrino, si parla di tiroide quando si indica a 2.5 il valore massimo del TSH per ottimizzare l’impianto degli embrioni; si parla del valore limite dell’IMC (indice di massa corporale) di 30-35kg/m2 per poter realizzare un trattamento di PMA. Si espongono i protocolli usati per le FIVET chiarendo finalmente quando e in che casi lo specialista indica l’aspirinetta o l’eparina per i casi di sindromi di anti fosfolipidi (APS): ci si rende conto sempre di più che la chiave per il miglior risultato finale rimane il protocollo personalizzato per ogni paziente.

Si parla, a grande richiesta, della Diagnosi Genetica Pre Impianto che permette di individuare anomalie genetiche dell’embrione prima del suo trasferimento in utero materno; la biopsia del trofoectoderma al 5º giorno di vita embrionaria è più efficiente e sicura per l’embrione di quella che molti centri realizzano al 36º giorno di vita embrionaria. Tra le patologie uterine, si parla dei vari tipi di miomi: se e quando è il caso di toglierli. Il 20 ed il 40% delle donne in età riproduttiva presentano miomi e la percentuale aumenta con l’età. Si associano ad un problema di fertilità per alterazione nel trasporto degli spermatozoi, dell’ovulo, o alterazioni nell’impianto endometriale. Dipenderà dalla posizione (submuscosi, intramurali o subserosi) e dalla dimensione del mioma (maggiore taglia peggior pronostico) la decisione del medico di intervenire o meno.

Il tema degli aborti a ripetizione rimane fra i più richiesti; apprendiamo che il Laboratorio di Barcelona IVF inserirà per questi casi un nuovo mezzo di coltura degli embrioni a base di citochine GM-CSF; questi fattori di crescita fanno sì che l’interazione tra l’endometrio e gli embrioni sia ottima; gli studi provano che si ha un aumento del 40% di attecchimento embrionale. Una notizia realmente importante per quelle coppie che già hanno realizzato vari cicli di PMA senza ancora ottenere la gravidanza. La ricerca oggi si concentra sulla qualità dell’embrione e sulla ricettività dell’endometrio. Il Test ERA (Endometrial Receptivity Array) permette infatti di studiare la ricettività dell’endometrio.

Apprendiamo come sia evoluta negli ultimi anni la riproduzione assistita, dato che oggigiorno, con le stesse possibilità di successo, si trasferisce sempre di più un solo embrione in blastocisti anziché 2 embrioni in cellula, con maggiori possibilità di riuscita, ed evitando la gravidanza gemellare. La selezione embrionale è per il Centro spagnolo l’obiettivo prioritario per ottenere una gravidanza evolutiva, quindi bebé in braccio a fine ciclo.

Ritorna nuovamente il tema della vitrificazione degli ovuli per la paziente affetta da cancro prima di essere sottoposta a chemioterapia, terapia che la renderà sterile. In tal modo sarà possibile impiantare successivamente il suo stesso ovulo, inseminato con il seme del partner, per una futura gravidanza. Ogni oncologo dovrebbe consigliare questa pratica alla propria paziente prima di farle iniziare una chemioterapia. Durata del trattamento: 10-14 giorni.

Anche del fattore maschile si è parlato: l’androloga Dott.ssa S. Egozcue ha spiegato l’importanza di richiedere il cariotipo maschile al di là della normalità dello spermiogramma. Vengono presentati casi con spermiogramma normale che anche passando alla tecnica di ovodonazione non arrivano alla gravidanza evolutiva: è quindi importante studiare la coppia sin dall’inizio senza sottovalutare l’attenzione dovuta al fattore maschile, spesse volte trascurato fino a che non ci si rivolge a un Centro specializzato in PMA dove finalmente ogni gamete viene studiato in profondità.

Intervistato il prof. Olivares, direttore medico del Centro e corrispondente per le pazienti italiane ci ha detto: “Nel nostro campo, per assicurare un’assistenza medica di qualità, è fondamentale la comunicazione tra il medico che segue la paziente ed il centro di riproduzione assistita. Per la riuscita dell’impianto è di fondamentale importanza la selezione dell’embrione, la possibilità di studiarne tutte le fasi evolutive attraverso l’incubatore Embryoscope –spiega-, come risulta da studi internazionali convalidati, perché è preferibile sempre un transfert embrionale allo stato di blastocisti per migliorare le possibilità di successo ed ottenere finalmente una gravidanza evolutiva. La Spagna ha il vantaggio rispetto all’Italia di avere una tradizione nel settore ed una grande esperienza maturata negli anni. Inoltre le leggi tra Italia e Spagna, anche se si stanno gradualmente equiparando permettono in Spagna interventi ancora impossibili in Italia, come ad esempio il metodo ROPA, la cosiddetta doppia maternità, per le coppie di donne lesbiche sposate, in cui una donna dona i suoi ovuli e l’altra riceve l’impianto dell’embrione, portando avanti la gravidanza”.

Il trattamento sicuramente più ricercato, quello dell’ovodonazione: Barcelona IVF ci informa del nuovo avance scientifico in termini di selezione delle donatrici, presso il centro spagnolo, a tutte le donatrici viene eseguito il test di “Recombine”, per individuare più di 250 fra le malattie genetiche trasmissibili più comuni; un ulteriore passo in avanti per diminuire eventuali rischi, potendo essere l’uomo o la donatrice portatori di alcune malattie genetiche.