Differenti ricerche svolte in varie parti del mondo confermano che il succo di melograno o meglio alcune sostanze ottenute con una particolare estrazione, rappresentano una delle fonti più ricche di sostanze antiossidanti naturali.(1-3)

Recenti ricerche, non solo confermano quanto detto prima ma consentono di ipotizzare come un utilizzo continuato di tali estratti possa ritardare il processo aterosclerotico e/o addirittura, in qualche caso, “invertirlo”.

Questi strabilianti risultati indicano che il melograno è in grado di assicurare una protezione cardiovascolare senza precedenti, ristabilendo un normale stato endoteliale, ma anche di diminuire la pressione sanguigna e di prevenire l’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL), primo movens del processo aterosclerotico a carico degli endoteli arteriosi.

Le buone notizie per i consumatori sono che oggi sono disponibili estratti titolati accessibili e altamente purificati.Il melograno aumenta la produzione endogena di ossido di azoto, migliorando la funzione endotelial

Il melograno, quindi, è in grado di svolgere azione protettiva su tutto l’apparato cardiovascolare, contribuendo fra l’altro ad incrementare anche la produzione di ossido di azoto (come fa l’arginina), ottimizzando il funzionamento delle cellule endoteliali dei vasi arteriosi, che risultano così “normalizzati” per quanto riguarda il loro tono arteriolare di base.

L’ossido di azoto agisce sui muscoli lisci vascolari, rilasciandoli: il sangue, di conseguenza, scorrerà con flusso più ordinato attraverso le arterie e le vene.
L’ossido di azoto riducendo il tono arteriolare diminuirà lo stress parietale, uno dei fattori chiave nello scatenare e/o sostenere il processo aterosclerotico.(4)

Ricerche specifiche sull’argomento dimostrano come la lipoproteina a bassa densità ossidata (LDL) può avere un impatto negativo sulla sintesi dell’ossido di azoto, diminuendo l’attiva catalitica dell’enzima ossido d’azoto sintetasi.

Le presenti ricerche sul melograno (e i suoi estratti) hanno evidenziato un forte stimolo all’attività della ossido d’azoto sintetasi (5): e ancora, le proprietà antiossidanti del melograno, preservando l’ossido di azoto dalla distruzione ossidativa, ne aumenterebbe la biodisponibilità tissutale.(6,7).
Uno studio italiano ha esaminato il ruolo del succo del melograno sull’attività della ossido di azoto sintetasi in campioni di sezione dell’arteria di coniglio che già avevano sviluppato un certo grado di aterosclerosi.(8).

In questi segmenti, il flusso sanguigno viene ostacolato nel regolare percorso a causa della presenza di placche sub-endoteliali, e il risultato consiste in un aumento della tensione parietale (>stress parietale) con conseguente azione di proliferazione del fenomeno aterosclerotico già in atto (ipertrofia e iperplasia dei miociti).

Questo aumento dello stress di parete riduce l’espressione (e quindi l’attività) della ossido di azoto sintetasi, favorendo lo sviluppo e/o la velocità di estensione dei processi deteriorativi a carico degli endoteli interessati dal processo aterosclerotico (aprendo di fatto la strada alla disfunzione endoteliale).

I ricercatori hanno selezionato topi geneticamente predisposti a sviluppare aterosclerosi; li hanno sottoposti a una dieta ricca di grassi, hanno lasciato la malattia libera di svilupparsi per sei mesi e poi hanno aggiunto il succo del melograno all’acqua potabile del gruppo sperimentale per 24 settimane per verificare quali vantaggi potessero conseguirsi.
Al gruppo di controllo (placebo) è stato dato semplicemente la sola acqua potabile.(8)
I risultati dimostrano che il succo del melograno non solo ha aumentato l’espressione della ossido di azoto sintetasi, sia nei vasi sanguigni sani che aterosclerotici, ma l’aumento più significativo si è avuto proprio nel gruppo di topi aterosclerotici di partenza. (8)

Aumenti di espressione della sintesi dell’ossido di azoto indotti dagli estratti di melograno:
Su porzioni di arterie con processi aterosclerotici di bassa intensità (+26,1%);
arterie con processi aterosclerotici avanzati (+46,7%);
arterie libere da processi aterosclerotici (+3,3%).

La capacità del melograno di aumentare l’enzima produttore dell’ossido di azoto ha indotto una riduzione significativa delle lesioni aterosclerotiche (dove meno era intenso il processo aterosclerotico si è ottenuto un miglioramento pari al -20%; nelle zone a più alto indice di rischio il miglioramento è stato pari a -19,3; nei vasi senza presenza di placche il miglioramento è stato del 25,6% (calcolato con parametri reologici).(8)

Quindi, in porzione di aorta sane, comunque il succo del melograno ha migliorato il flusso di sangue di un 26%; nelle aree già affette da fenomeni visibili di processi degenerativi (presenza di placche di estensione variabile), il succo di melograno ha ridotto il volume delle lesioni di circa 20%.In definitiva, la
supplementazione continuata di estratti del melograno ha avuto un impatto più che significativo proprio sul grado di disfunzione endoteliale, migliorando la performance cardiaca.
Conseguenze cliniche di una riduzione della disfunzione endoteliale Per anni, gli scienziati hanno ritenuto che mentre gli antiossidanti e altre sostanze nutrienti potevano rallentare il fenomeno aterosclerotico (agendo più in prevenzione che direttamente sulle placche già formatesi): ora con le ricerche che hanno visto coinvolto il succo di melograno (studio specifico condotto in Israele) abbiamo prove scientifiche rivoluzionarie che testimoniano come un certo grado di miglioramento sia possibile constatarlo anche a carico delle placche già esistenti!
(Studio Israeliano) Diciannove pazienti provenienti dalla clinica di chirurgia vascolare di Haifa, in Israele, sono stati selezionati e inseriti in uno studio clinico controllato della durata di tre anni. (9)

Tutti i soggetti arruolati nello studio erano non-fumatori con una età compresa fra i 65 e 75 anni: almeno una delle due arterie carotidee dovevano presentare una stenosi severa asintomatica di grado non inferiore al 70% e non superiore del 90% (in pratica le loro arterie erano così occluse a causa di placche visibili all’eco-doppler a colori che solo una minima parte del lume arterioso permetteva loro un flusso di sangue!).
A 10 dei 19 pazienti sono stati somministrati 50 ml/die di succo del melograno (titolato e standardizzato), mentre gli altri nove hanno ricevuto una bevanda placebo; a tutti erano indicati stili di vita più o meno identici e anche le scelte alimentari erano sottoposte a verifiche periodiche (comunque a tutti erano consegnati dei diari giornalieri di apporto di calorie max da ingerire).

Risultati acquisiti dopo 3 anni di trattamento

In tutti e due i gruppi di pazienti la pressione sanguigna, i livelli di colesterolo e di glucosio sono rimasti inalterati rispetto al momento dell’arruolamento e nonostante la presenza di un evidente stato di aterosclerosi documentato strumentalmente e giudicato di gravità medio-alta, dopo appena tre mesi, lo spessore medio dell’intima delle arterie esaminate era già diminuito di un 13% (valore medio), e dopo 12 mesi di osservazione, il valore aveva raggiunto un -35% (valore medio) rispetto a quello riscontrato al momento della partenza dello studio.
Durante questo stesso periodo di 12 mesi, lo spessore medio dell’arteria carotidea del gruppo placebo (9 pazienti) è aumentato invece di un fattore pari al 9%!

Questo studio, inoltre, ha considerato anche altri parametri biologici di salute cardiovascolare.
Un anno di somministrazione del succo melograno ha ridotto la velocità sistolica massima di sangue nelle arterie carotidee, mentre lo stress parietale è diminuito di circa un 21%.

L’assunzione del melograno sembra migliorare il flusso di sangue all’interno delle carotidi (diminuisce cioè la resistenza al flusso stesso con un impatto più che positivo sull’ossigenazione del vaso e dei tessuti relativi).(9)
L’ingestione del succo di melograno non ha innalzato i livelli ematici di glucosio, delle LDL o delle HDL.
La funzionalità del cuore, rene e fegato come pure i conteggi dei globuli rossi e dell’omocisteina sono rimasti sostanzialmente inalterati, mentre si sono notati una serie di miglioramenti in altri parametri normalmente indicativi di salute cardiovascolare.
Per esempio, la quantità di potere antiossidante del sangue è aumentato di un fattore pari al 130% dopo 12 mesi di uso del melograno, mentre la perossidazione lipidica del siero è stata ridotta del 59%.

Inoltre, a contribuire ai miglioramenti clinici osservati si evidenziava un incremento del 83% nel siero della paraoxonase-1, un enzima che da solo può ridurre i nocivi perossidi lipidici in cellule arteriose e di lipoproteine in lesioni coronariche e carotidee.(9-11) Inoltre, nel gruppo che utilizzava il succo di melograno si notava che era raddoppiato il tempo richiesto per l’inizio dell’ossidazione delle LDL (da 30 minuti a 65 minuti) (9); considerando che le LDL devono essere ossidate prima di poter aderire alla parete arteriosa, i ritardi osservati nell’andare incontro all’ossidazione non poteva che essere considerato un risultato significativo.

Mentre tutti questi miglioramenti osservati con un solo anno di trattamento, altri parametri hanno continuato a mostrare il miglioramento fino alla conclusione dello studio triennale.
Per esempio, la perossidazione lipidica a 36 mesi diminuiva di un altro 16%. Sembra, tuttavia, che per garantirsi questi effetti positivi

la somministrazione del succo di melograno deve essere costante e continuata nel tempo e già un solo mese di interruzione causa una caduta del potere antiossidante del sangue di ben -35% e la produzione della paraoxonase1 di un -18%. (9)
Un altro studio israeliano ha confermato che il melograno riduce sia la pressione sanguigna sistolica agendo sull’enzima convertente l’Angiotensina (agendo da vero e proprio ACE-inibitore): questo studio non si è ancora concluso ma i dati preliminari sono molto confortanti.

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Riferimenti

1. Aviram m., Dornfeld L, Rosenblat m., et al. consumo del succo del melograno riduce lo sforzo ossidativo, le modifiche atherogenic a LDL e l’aggregazione della piastrina: studi in esseri umani e nei topi E-carenti dell’apolipoproteina aterosclerotica. J Clin Nutr. 2000 maggio; 71(5): 1062-76.
2. Gil MI, Tomas-Barberan FA, Hess-Pierce B, Holcroft dm, Kader aa. Attività antiossidante del succo del melograno e la sua relazione con composizione e l’elaborazione fenoliche. Alimento chim. di J Agric. 2000 ottobre; 48(10): 4581-9.

3. Singh RP, Chidambara Murthy KN, Jayaprakasha GK. Studi sull’attività antiossidante della buccia e degli estratti di semi del melograno (punica granatum) facendo uso dei modelli in vitro. Alimento chim. di J Agric. 2 gennaio 2002; 50(1): 81-6.
4. Ignarro LJ, Cirino G, Casini A, ossido di azoto di Napoli C. come molecola di segnalazione nel sistema vascolare: una panoramica. J Cardiovasc Pharmacol. 1999 dicembre; 34(6): 879-86.

5. de Nigris F, Williams-Ignarro S, Botti C, Sica V, Ignarro LJ, succo di Napoli C. Pomegranate riduce il downregulation ossidato della lipoproteina a bassa densità della sintasi endoteliale dell’ossido di azoto in cellule endoteliali coronarie umane. Ossido di azoto. 2006 novembre; 15(3): 259-63.
6. Ignarro LJ, Byrns CON RIFERIMENTO A, Sumi D, de Nigris F, succo di Napoli C. Pomegranate protegge l’ossido di azoto dalla distruzione ossidativa e migliora le azioni biologiche di ossido di azoto. Ossido di azoto. 2006 settembre; 15(2): 93-102.
7. de Nigris F, Williams-Ignarro S, Sica V, et al. effetti di una frutta del melograno estrae i ricchi nel punicalagin ai sui geni ossidazione sensibili e nell’attività del eNOS ai siti della resistenza di taglio e del atherogenesis perturbati. Ricerca di Cardiovasc. 1° settembre 2006; [Epub davanti alla stampa].
8. de Nigris F, Williams-Ignarro S, Lerman LO, et al. effetti benefici del succo del melograno ai sui geni ossidazione sensibili ed attività endoteliale della sintasi dell’ossido di azoto ai siti della resistenza di taglio perturbata. Proc Acad nazionale Sci U.S.A. 29 marzo 2005; 102(13): 4896-901.
9. Aviram m., Rosenblat m., Gaitini D, et al. consumo del succo del melograno per 3 anni dai pazienti con stenosi dell’arteria carotica riduce lo spessore di intima-media di carotide comune, la pressione sanguigna e l’ossidazione di LDL. Clin Nutr. 2004 giugno; 23(3): 423-33.

10. Aviram m., Rosenblat m., CL di Bisgaier, Newton RS, Primo-Parmo SL, La Du BV. Paraoxonase inibisce l’ossidazione della lipoproteina ad alta densità e conserva le sue funzioni. Un ruolo peroxidative possibile per il paraoxonase. J Clin investe. 15 aprile 1998; 101(8): 1581-90.

11. Aviram m., Hardak E, Vaya J, et al. i paraoxonases umani del siero (PON1) Q e le R fanno diminuire selettivamente i perossidi del lipido in lesioni aterosclerotiche coronarie e carotiche umane: Esterasi PON1 ed attività del tipo di perossidasi. Circolazione. 2000 30 maggio; 101(21): 2510-7.
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