Un recente studio, pubblicato online l’8 agosto su JAMA Neurology, analizza gli effetti neuroprotettivi dell’acido docosaesaenoico (DHA) sul cervello durante le fasi d’invecchiamento.

In un piccolo studio trasversale su anziani cognitivamente sani, si è riscontrato che dosaggi più elevati dei livelli di DHA nel siero  erano associati con meno concentrazioni di amiloidosi cerebrale, con  migliori segni di memoria, e con meno atrofia cerebrale regionale.

La scoperta, effettuata dal Dipartimento di Medicina, University of Southern California, Los Angeles, è stata interessante proprio per  l’associazione di bassi livelli di DHA nel siero con le percentuali riscontrate di amiloidosi cerebrale (placche amiloidi) negli adulti più anziani senza evidenza di demenza.

Questo studio si aggiunge alle prove esistenti sul beneficio del consumo di pesce nei fattori di rischio della malattia di Alzheimer.

Il DHA è il più abbondante acido grasso polinsaturi nel cervello e svolge un importante ruolo strutturale nelle sinapsi,   modulando anche un numero elevato di vie di segnalazione.

I llivelli cerebrali di DHA sono anche modulati dall’assunzione con la dieta, quindi è plausibile che anche il DHA assunto nella  dieta possa contribuire a rinforzare le vie  alterare a livello cerebrale.

Nello studio sono stati valutati i  livelli di DHA nel siero, le concentrazioni di amiloide sulla base di esami PET, il volume del cervello, e i punteggi dei test neuropsicologici in 61 adulti senza demenza nel Aging Brain Study .

I ricercatori hanno scoperto che i livelli sferici di DHA (percentuale di acidi grassi totali) sono stati inferiori del 23% in quelli con amiloidosi cerebrale rispetto a quelli senza.

I livelli sferici di DHA erano inversamente correlati con il carico amiloide cerebrale, indipendentemente dall’età, dal sesso, dagli anni di istruzione, e dall’ apolipoproteina E genotipo.

Essi hanno inoltre rilevato una correlazione positiva tra i livelli sferici di DHA e il volume del cervello in diversi sub-regioni colpite da AD, in particolare la circonvoluzione sinistra

Clinicamente, c’è stata una significativa associazione tra i livelli sferici di DHA e la memoria verbale.

Il messaggio principale per i medici potrebbe essere quella di informarsi sul consumo di pesce negli adulti più anziani come parte della comprensione del rischio per il declino cognitivo e per la malattia di Alzheimer.

Diverse linee di prove ora supportano l’idea che la riduzione del rischio vascolare può ridurre non solo la malattia cerebrovascolare, ma anche la deposizione di amiloide cerebrale. Questa prospettiva può servire da guida per la consulenza dei pazienti a rischio di AD e per interpretare il rapporto tra DHA e amiloide cerebrale.