La calprotectina è stata riscontrata in diversi materiali biologici umani: nel siero, nella saliva, nel liquido cerebrospinale e nelle urine. Il dosaggio della calprotectina presente nelle feci offre però i maggiori  vantaggi nella valutazione del grado di infiammazione dell’intestino.  Essa infatti è  estremamente stabile nelle feci, dove rimane inalterata anche per più di 7 giorni.

L’aumento della concentrazione della calprotectina nelle feci è una conseguenza diretta della granulazione dei neutrofili a seguito di un danno della mucosa intestinale. Il dosaggio della calprotectina nelle feci offre notevoli vantaggi nella valutazione dell’infiammazione dell’intestino. Nei pazienti affetti da Inflammatory Bowel Disease (malattie infiammatorie croniche intestinali), indicate internazionalmente con la sigla IBD il livello di calprotectina è generalmente molto elevato. Tra le affezioni che rientrano nella IBD comprendiamo la colite ulcerosa, il morbo di Crohn e le cosiddette “coliti indeterminate”. Nella IBS (Inflammatory Bowel Syndrome) o Sindrome dell’Intestino Irritabile il livello di calprotectina è invece decisamente inferiore a quello riscontrato nei pazienti con malattia attiva, ma sempre superiore a quello riscontrato nei soggetti sani.