Un interessante studio effettuato dall’Università di Barcellona e pubblicato su Pediatrics. January 2017 ha mostrato un più alto rischio per il disturbo da deficit di attenzione / iperattività (ADHD) tra i bambini e gli adolescenti che sono meno aderenti alla dieta mediterranea rispetto a quelli più aderenti.

Si sono sempre effettuati studi sul rapporto tra bassa qualità del cibo e il rischio più elevato di ADHD, ma non erano stati mai eseguito studi per quanto riguarda la dieta mediterranea e l’ADHD.

L’associazione tra una bassa aderenza alla dieta mediterranea e la probabilità di una diagnosi di ADHD è rimasta significativa anche dopo aggiustamenti per variabili confondenti come l’indice di massa corporea, il livello di attività fisica, il fumo materno durante la gravidanza, e le condizioni sociali.

Lo studio ha incluso 60 bambini e adolescenti a cui era stata recentemente diagnosticata una ADHD e 60 partecipanti per sesso e della stessa età di controllo (età per tutti i partecipanti, da 6 a 16 anni). I due gruppi sono stati confrontati rispetto alla dieta alimentare e l’adesione ad una dieta mediterranea.

Nei vari test di controllo i bambini e gli adolescenti con ADHD hanno dimostrato dati statisticamente significativi per punteggi più bassi di aderenza ad una dieta mediterranea rispetto ai controlli. Ad esempio, rispetto al gruppo di controllo, coloro che erano stati recentemente diagnosticati con ADHD avevano significativamente una probabilità minore di consumo per una seconda porzione di frutta ogni giorno. Essi consumavano anche meno verdure fresche o cotte una o più volte ogni giorno o pasta o riso quasi ogni giorno. Inoltre, la percentuale di soggetti con ADHD mangiava più spesso in un fast-food. Inoltre una percentuale significativamente maggiore di pazienti con ADHD saltava la colazione in confronto con i partecipanti di controllo.

Entrambi i gruppi hanno consumato pesce, prodotti lattiero-caseari, prodotti da forno o con relativamente uguale frequenza.

Allo stesso modo, i pazienti con ADHD hanno consumato circa il doppio di zucchero e caramelle, a 4,7 g / giorno, rispetto ai partecipanti non-ADHD, a 2,4 g / die. i pazienti affetti da ADHD hanno anche consumato più bevande analcoliche (41,1 vs 22 g / giorno) e le bevande a base di cola (17,2 g / die vs 9,2 g / die).

Bisogna anche considerare il rapporto inverso dello studio, cioè la possibilità che gli individui con ADHD possono fare scelte alimentari (alimenti ricchi di grassi o di zucchero) per bilanciare i loro tratti di impulsività o stress emotivo.

Questa osservazione sembra essere stata confermata, in quanto i partecipanti con ADHD hanno consumato alimenti e bevande significativamente più zuccherati rispetto alle persone di controllo.

Ciò comporta una dieta con scarsa qualità che può portare a carenze di nutrienti essenziali, quali ferro, zinco, magnesio e acidi grassi omega-3, che contribuiscono alla crescita cognitiva e fisica sana.

Questi nutrienti sembrano svolgere un ruolo essenziale nella eziologia di ADHD e si crede che questo possa scatenare un circolo vizioso: l’impulsività dei soggetti con ADHD potrebbe portare a scelte peggiori di cibo, una dieta di bassa qualità, e un basso apporto di alcuni nutrienti, e alla fine portare ad alcune carenze subcliniche e, di conseguenza, peggiorare i sintomi di ADHD.