L’anestesia totale a distanza di diversi anni può aumentare il rischio di sviluppare demenza in soggetti che hanno superato i  65 anni di età.

Numerosi dati provenienti da studi in vitro o su animali suggeriscono che alcuni anestetici potrebbero promuovere reazioni neuro-infiammatorie e potrebbero aumentare la formazione dei precursori della malattia di Alzheimer incluse placche di β -amiloide e grovigli neurofibrillar). Lo scopo di questo studio, presentato al congresso annuale della Società Europea di Anestesiologia (ESA ) di Barcellona, è stato quello di analizzare il rischio di demenza associato all’anestesia .

Un team di ricercatori del CHU di Bordeaux ha intervistato i partecipanti dai 65 anni in su, al basale e successivamente a 2 , 4 , 7 e 10 anni di distanza. Ad ogni follow – up, François Sztark ed i suoi colleghi hanno chiesto a 7.746 partecipanti non affetti da demenza se hanno avuto una storia di anestesia dall’ultimo follow-up. Nell’esame si è anche effettuata una valutazione cognitiva completa attraverso uno screening specifico per la demenza. I risultati hanno dimostrato che coloro che hanno subito almeno una anestesia generale, hanno avuto un aumento del rischio di sviluppare una demenza nel corso del follow-up rispetto ai partecipanti senza anestesia. A 2 anni di follow – up, il 32,9 % dei partecipanti ha riportato l’anestesia nei 2 anni precedenti. 9 % di loro hanno sviluppato una demenza nel corso degli otto anni successivi di follow – up .
Tra questi, 284 una probabile malattia di Alzheimer.  Al basale, l’età media dei partecipanti è stata di 75,7 anni , 61,4 % donne e il 33,1 % uomini.
Attraverso il follow- up , sono state diagnosticate 545 casi demenza .

 

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Riferimenti

 

http://www.west-info.eu

http://www.asaabstracts.com

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