Secondo i risultati di uno studio pubblicato online il 12 maggio su JAMA Oncologia, i pazienti con tumore al seno che hanno utilizzato la medicina complementare e alternativa (CAM) hanno avuto meno probabilità di avviare una chemioterapia consigliata rispetto ai pazienti che non hanno mai utilizzato CAM.

Le terapie CAM comprendono sia gli integratori alimentari (vitamine, minerali, fitoterapia), sia la medicina omeopatica, che la medicina tradizionale cinese con l’agopuntura, il Qi gong o le terapie meditative.

Tra le donne per le quali è stata indicata la chemioterapia, l’uso corrente di integratori alimentari è risultato associato ad una diminuzione di probabilità per l’introduzione della chemioterapia.

Allo studio hanno partecipato 685 partecipanti, tra i quali 598 (87%) hanno riportato un uso costante di CAM.

L’uso di CAM è molto comune nei pazienti affetti da tumore. Uno studio ha dimostrato che essa è utilizzata da quasi la metà di tutti i pazienti affetti da malattia tumorale.

In molti casi, le CAM sono tipicamente utilizzate per alleviare il dolore e per controllare gli effetti negativi della malattia o delle terapie.

Per lo studio, si sono valutati i partecipanti dal Breast Cancer Quality of Care Study (BQUAL), uno studio prospettico di coorte che sta esaminando  le donne con i primi sintomi di tumore al seno.

Le donne sono state trattate presso la Columbia University Medical Center, Kaiser Permanente Northern California, e Henry Ford Health System tra il 2006-2010.

Tutte le donne erano di età inferiore ai 70 anni (età media, 59 anni), ha avuto il cancro al seno metastatico invasivo, sono stati seguiti per un massimo di 12 mesi, e ha subito un colloquio di riferimento per valutare l’attuale uso di CAM.

I ricercatori hanno cercato di determinare se l’uso CAM è stato associato ad una diminuzione dell’inizio della chemioterapia per il cancro al seno.

Le donne che non ha avviato la chemioterapia sono stati più propensi a riferire un utilizzo di integratori alimentari rispetto a quelli che hanno iniziato la chemioterapia immediatamente (88% versus 62%).

Le donne che hanno utilizzato più terapie CAM, come indicato da un più alto punteggio dell’indice CAM, avevano meno probabilità di avviare la chemioterapia.

Ma quando la chemioterapia era discrezionale, non vi era alcuna associazione tra l’uso di CAM e l’inizio della chemioterapia.

Ciò ci indica che è molto importante creare un colloquio con i pazienti che fanno uso di CAM, per capire realmente l’efficacia di questi ultimi e soprattutto la compliance del paziente stesso; l’uso delle CAM può ritardare realmente e costruttivamente l’inizio di una chemioterapia, ma è fondamentale il rapporto con l’oncologo che  deve essere formato a questi utilizzi per contrastare il facile “fai da te”!

Sempre più ci si rende conto che si possono curare anche patologie gravi con una saggia integrazione tra farmaci convenzionali e preparati omeopatici.

L’integrazione medica è possibile.