Non è un caso che lo sperma sia  stato usato empiricamente fin dall’antichità per la preparazione di cosmetici e per la cura di molte malattie.

La ricerca ha dimostrato che la  causa fondamentale  dell’invecchiamento delle cellule e dei tessuti è dovuto ad una riduzione del controllo esercitato dalle poliammine spermina e spermidina. La somministrazione di spermidina esogena promuove la longevità in lieviti, mosche, vermi e cellule immunitarie umane coltivate ed esercita un’azione nel rallentamento dell’invecchiamento e dell’irrigidimento arterioso nell’uomo migliorando l’autofagia,  riducendo  lo stress ossidativo  e producendo modificazione di fattori strutturali.

Frank Madeo e Tobias Eisenberg della “Karl Franzens University” di Graz, in Austria, affermano che la spermidina contenuta nello sperma potrebbe prolungare la vita ed essere utilizzata nella lotta contro il morbo di Alzheimer.

“Potremmo aver trovato il Santo Graal della ricerca anti età”, ha annunciato Eisenberg , aggiungendo che il loro studio ha coinvolto 29 colleghi in altri sei paesi.

Ha spiegato come il danno cellulare legato all’invecchiamento è stato ridotto nei test con i topi trattati con la spermidina, aggiungendo che la sostanza ha aumentato anche la capacità delle cellule di eliminare le proteine danneggiate.

La difficoltà è nello stabilizzare la spermidina in forma attiva, non esistono al momento molti integratori che la contengono; il più importante è derivato dalla ricerca Giuliani e si tratta di N-(3-aminopropil)-tetrametilendiammina tricloridrato.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23612189

http://www.semeterapia.altervista.org/recensioni.htm