Origine botanica: Ranunculaceae.
Nome comune: Aconito, casco di Giove, carro di Venere.
Habitat: Regioni montagnose dell’Europa centrale, Siberia meridionale, Asia.
Rappresentazione analogica/simbolica: È una pianta che presenta un massimo di forze formatrici; la sua configurazione gli permette di mantenere un equilibrio tra luce e oscurità, tra umidità e ventilazione; nelle patologie dove c’è un indebolimento dell’organizzazione superiore e delle sue forze formatrici, dove i processi meta bolici e con loro l’organizzazione dei liquidi debordano creando le caratteristiche sintomatologie influenzali, allora il processo “Aconitum” risulta adatto.
I Greci pensavano che il veleno dell’aconito non soltanto crescesse nel giardino di Ecate, ma che fosse anche fecondato dalla bava di Cerbero, nel momento del vomito al suo primo contatto con la luce, mentre Eracle lo fa uscire dagli inferi.
Componenti noti: Alcaloidi (aconitina).
Proprietà terapeutiche allopatiche: Per uso interno e a bassi dosaggi attività nevralgica (soprattutto a livello del trigemino, le cui diramazioni “assomigliano in modo curioso al fiore di napello”), attività sedativa e anti uricemica.
Uso esterno: Topico per azione antireumatica.
Proprietà terapeutiche omeopatiche: Congestione dopo un brusco raffreddamento, in un soggetto agitato.
Clinica: Azione congestizia, acuta, violenta, che si traduce in tensione psichica nervosa vascolare e che si accompagna con agitazione fisica, mentale con ansia. Aconitum serve particolarmente alle persone giovani e vigorose, molto facilmente congeste, sensibili ai cambiamenti atmosferici e che, in piena forma, cadono bruscamente malati dopo un raffreddamento brusco. La malattia scoppia sempre bruscamente e i segni clinici si manifestano immediatamente con una violenza e ”
“un’intensità estreme. Si ricordi la triade sintomatica di Aconitum: agitazione, paura della morte, dolori intollerabili, indicazione certa del rimedio qualunque sia lo stato morboso considerato.”
Aggravamento: La sera, la notte verso mezzanotte, dopo l’esposizione a vento freddo e secco, stando sdraiato sul lato doloroso, in una camera calda.
Miglioramento: All’aria aperta, con il riposo, dopo aver sudato.
Sintomi fisici generali: Negli stati febbrili: agitazione estrema. La pelle è secca e scotta, il viso è rosso quando è sdraiato, diventa di un pallore mortale quando vuole alzarsi.
Sintomi psichici: Nella vita abituale ha paura di cadere, paura di attraversare le strade, paura della folla. Angoscia indefinibile, la fisionomia del paziente esprime una paura irragionevole, il minimo rumore lo fa trasalire, il minimo pensiero lo angoscia. Spesso dopo uno spavento, soprattutto dopo le mestruazioni.
Estremità cefalica: Testa bruciante, pesante con pulsazioni e vertigini sollevandosi. Nevralgie del viso con dolori acuti, laceranti, con formicoli e intorpidimenti che sono peggiorati dopo aver preso freddo.
Apparato gastro enterico: Coliche brusche dopo l’esposizione al vento freddo che lo obbligano a chinarsi in avanti senza però provare sollievo (con sollievo: Colocynthis). Diarrea mucosa, verdastra, feci come spinaci tritati. Addome caldo e doloroso.
Apparato respiratorio: Aggravamento dopo l’esposizione al vento freddo e secco. Raucedine o tosse secca. Crampi che compaiono prima di mezzanotte, con dolori intercostali, intensi, peggiorano respirando, il malato non può coricarsi sull’ Apparato uditivo: Otalgia brusca dopo un colpo di freddo. Ipersensibilità al minimo rumore, non sopporta la musica.
Apparato cardiaco: Palpitazioni con dolori acuti nella regione cardiaca, ansia e paura di morire, polso pieno, duro e rapido (il malato deve restare steso con la testa in alto).
Apparato genitourinario: Arresto delle mestruazioni dopo uno spavento o aver preso freddo. Scarsa urina, scura e bruciante. Sempre ansioso all’inizio della minzione. Bruciori urinando.
Apparato cutaneo: La pelle è secca e scottante; il viso è rosso quando è sdraiato, diventa di un pallore mortale quando vuole alzarsi.
Apparato visivo: Congiuntivite acuta con rossore, fotofobia, dolori brucianti, lacrimazione dopo essere stato esposto a vento freddo e secco (neve).
Apparato uditivo: Otalgia brusca dopo un colpo di freddo. Ipersensibilità al minimo rumore, non sopporta la musica.
Indicazioni ricorrenti: Un’agitazione ansiosa con paura della morte accompagna tutti i sintomi.
Relazioni: Arsenicum (mentalità), Chamomilla, Coffea (dolori), Causticum (nevralgia da freddo), Hepar sulphur, Spongia (tosse), Ferrum phosphoricum (febbre, polmoni).
Complementare: Aconitum si sviluppa sempre in un soggetto Sulphur. Bryonia è spesso suo complementare.
Omeopatia scienza dell individuo” ed. Mediteranno Roma