La pelle è un organo complesso ed è opinione condivisa che la cura di una patologia cutanea il più delle volte non debba limitarsi al trattamento della specifica lesione o disfunzione organica che l’ha generata, ma che sia importante affrontare anche gli aspetti psico-emotivi eventualmente correlati.

Infatti le patologie dermatologiche sono influenzate dagli stati emotivi, tamponare il sintomo fisico quindi non basta.

Lo confermano anche gli studi di psiconeuroimmunoendocrinologia una disciplina che ci spiega come l’asse pelle-mente crei un circuito che trova le proprie radici nell’embriogenesi. Non va dimenticato che sia l’epidermide sia il tessuto nervoso, originando dallo stesso foglietto embrionale, rimangono intimamente legati per tutta l’esistenza. La componente psicoanalitica è parte integrante del quadro. Uno dei maggiori rappresentanti di questa ipotesi è Didier Anzieu,  collaboratore di Jacques Lacan e fondatore della corrente dei neufreudiani, che ha elaborato il concetto del Moi-Peau, dell’Io-Pelle. Nel suo testo, pubblicato nel 1974, si paragona la pelle alla coscienza, non soltanto un involucro ma un confine, una frontiera, una barriera di protezione tra il dentro e il fuori, un luogo di contatto e di scambio con il mondo esterno in una prospettiva psicoanalitica. E’ l’Io che si radica nella pelle.

Per spiegare il concetto di psico-pelle somatica si porta l’esempio della dermatite atopica che, in certi casi, colpisce bambini in conflitto con la madre. Limitarsi a prescrivere il cortisone per alleviare il sintomo è riduttivo perché dietro alla pelle di quel bambino c’è un Io che ha bisogno di essere compreso. L’introduzione del concetto del “Moi-Peau”  può aiutare a inquadrare anche a livello psicoanalitico il disturbo dermatologico, dalle sue origini alle implicazioni.

Con l’omeopatia, la maggior parte delle patologie dermatologiche, dall’atopia del bambino alla psoriasi severa dell’adulto, dagli eczemi alle dermatosi, possono trovare una soluzione.

In omeopatia l’approccio alle patologie dermatologiche è ampio e vasto, vi sono rimedi per ogni tipo di pazienti; in fitoterapia abbiamo, ad esempio, la bardana, la viola tricolor, la fumaria, l’aglio, che consigliamo in T.M. o in MG., 20 gocce cadauno, tre volte al giorno per un mese. In medicina Ayurvedica ad esempio la Triphala, 2 compresse tre volte al giorno per una quindicina di giorni. In medicina antroposofica la cura della pelle attraverso il sistema digerente e l’equilibrio mentale, in generale.

 Ci sono specialisti dermatologi che, pur non essendo omeopati, usano l’omeopatia perché il paziente possa trarne giovamento. Tranne rare eccezioni, l’integrazione è ufficiosa e avviene dal basso ma credo che la dermatologia sia uno dei terreni più fertili per realizzarla. Ne abbiamo avuto recente dimostrazione con uno studio effettuato alla Cattolica di Roma sull’alopecia androgenetica trattata con galea aponeurotica, della farmacopea antroposofica.

 Lo specialista potrebbe impiegare un approccio più ampio per tentare di scoprire il disagio del paziente al di là della manifestazione cutanea.