Uno studio molto interessante, della Deakin University School of Medicine, a Geelong, Victoria, Australia, pubblicato online il 9 novembre su Lancet Psychiatry, dimostra come le variazioni dello stato umorale e le condizioni di mania nei pazienti con disturbi bipolari, si accompagnano a livelli di proteina C-reattiva (PCR) elevati, un biomarker di infiammazione nota.

Attualmente non ci sono biomarcatori affidabili per il disturbo bipolare, anche se la prova indica la PCR come possibile candidato. Secondo l’ “ipotesi immunitaria”, un aumento di attivazione immunitaria potrebbe essere associato con un certo numero di malattie psichiatriche, tra cui il disturbo bipolare.

Per la meta-analisi e la revisione sistematica, gli autori hanno identificato 27 studi, che comprendevano 2161 pazienti con disturbo bipolare e 81,932 persone sane di controllo.

La valutazione dei dati relativi alle concentrazioni di PCR ha mostrato che per le persone con disturbo bipolare, i livelli di PCR erano più alti durante i periodi di depressione e, più significativamente, durante la mania.

L’aumento delle concentrazioni di PCR non sono state correlate a gravità dei sintomi in mania o depressione; tuttavia, le concentrazioni erano moderatamente diminuite dopo la risoluzione di un episodio maniacale e erano leggermente diminuite dopo un episodio depressivo.

Nonostante i medicinali psichiatrici siano stati associati ad un aumento delle concentrazioni di PCR, l’analisi ha mostrato che nei pazienti che assumono farmaci per la mania e la depressione, le concentrazioni di PCR erano inferiori rispetto a quei pazienti che non ricevevano il farmaco.

Questi risultati sono in linea con le prove che indicano i precedenti benefici nel trattamento di alcuni disturbi psichiatrici con farmaci anti-infiammatori, come l’aspirina e le statine.

Gli alti livelli di PCR sono un ben definito marcatore di rischio cardiovascolare, e l’uso di farmaci come le statine diminuiscono i livelli di PCR e in conseguenza l’incidenza di infarto del miocardio e di ictus.

Ciò dimostra di conseguenza come il disturbo bipolare è anche associato ad un aumento del rischio cardiovascolare, che sarebbe un altro motivo per la valutazione di routine del PCR in tale disordine.