Una teoria molto interessante e affascinante viene da un ampio studio epidemiologico danese
pubblicato on-line il 17 luglio in Annals of Neurology che supporta la teoria che il morbo di
Parkinson (PD) può iniziare nel tratto gastrointestinale e diffondere attraverso il nervo vago
verso il cervello.
I ricercatori hanno trovato che i pazienti che hanno avuto tutto il nervo vago reciso erano meno
inclini a sviluppare la malattia di Parkinson.
I ricercatori hanno affermato che il loro rischio è stato dimezzato dopo 20 anni; mentre i pazienti
con una piccola parte recisa non erano protetti.
Le ipotesi e gli studi, sempre più numerosi, sul rapporto diretto tra intestino e cervello,
confermate anche dagli studi del Premio Nobel Luc Montagnier nelle relazioni con le malattie
neurodegenerative e la presenza di agenti neurotropi trasmissibili, portano alla conclusione
dell’importanza del nostro “secondo cervello” nell’influenzare sia il comportamento che
l’equilibrio neuro-psico-fisiologico.
Nel passato la vagotomia era comunemente eseguita per i casi di ulcera peptica con due
procedure tra le più comuni: vagotomia del tronco e vagotomia superselettiva.
Sono stati effettuati in base a dati del Registro dei pazienti danesi che subirono nel tempo le due
vagotomie: il rischio per PD è stato inferiore dopo vagotomia del tronco rispetto alla popolazione
generale.
Il rischio per PD in pazienti che avevano avuto una vagotomia superselettiva era simile a quella
della popolazione di controllo generale.
Questi risultati, dicono i ricercatori, suggeriscono che avere un nervo vago intatto aumenta il
rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.
La scoperta è in accordo con un processo patologico primario che viene avviato nella mucosa
gastrointestinale, che poi utilizza il vago come un importante punto di ingresso nel il cervello.
Secondo molti neurologi, la conclusione è plausibile, soprattutto perché confermerebbe le teorie
di Braak et al., che suggerirono l’importanza di un neuro-patogeno, presente nella mucosa
gastrica, che potrebbe viaggiare attraverso fibre afferenti vagali, con conseguente patologia e
presenza di corpi di Lewy legate nel nucleo motore dorsale del nervo vago e glossofaringeo.
Questa ricerca è molto promettente per scoprire nuove fasi e sviluppi per una comprensione
maggiore delle malattie neurodegenerative.